====== Il giardino ====== C'era una volta un bellissimo giardino pieno di fiori. Farfalle, libellule, maggiolini, api vespe e calabroni volavano tutto il giorno in questo giardino famoso per i suoi fior d'angeli carichi di nettare squisito, di profumati fiori di melograno, di rose e di petunie. Un giorno una farfallina dalle ali variopinte stava succhiando un po? di nettare dal bianco fior d'angelo quando sentì una voce terribile dietro di sé che le gridava: "Via di qua, farfallina, questo giardino mi appartiene e non voglio più nessuno qui dentro". La farfallina impaurita si volto di scatto e chi vide mai? Un calabrone nero e brutto che la guardava con due occhi cattivissimi. La farfallina piena di paura scappò via fuori dal giardino dove incontrò la sua amica ape. "Ape amica mia" le dice "non entrare nel giardino, quel cattivo del calabrone mi ha mandata via e mi ha detto che nessuno deve più volare nel giardino". L'ape terrorizzata corse dall'ape regina e le raccontò l'accaduto. L'ape regina tutta indignata chiamo la farfallina al suo cospetto e le disse: "farfallina, tu che sei tanto buona, fammi un grande favore; vedi quell'albero di pere ? Lassù in alto proprio sulla cima abita il mio amico uccellino verde; vola da lui e raccontagli questa brutta avventura che di è capitata". La farfallina, allora con le sue belle alucce, si mise subito in volo. Il pero era molto alto e ogni tanto si fermava per riposarsi su qualche ramo accogliente. Le libellule, le vespe e i maggiolini che incontrava la salutavano e chiedevano come mai si trovasse da quelle parti. La farfallina rispondeva al saluto e diceva loro che stava andando a far visita all'uccellino verde. Vola, vola, vola finalmente la farfallina arrivò. L'uccellino verde aveva una bella casina sulla cima dell'albero, molto riparata dal sole e dalla pioggia con due belle finestre che davano proprio sulle fronde dell'albero di fico che gli procurava tanta frescura nelle ore calde del solleone. La farfallina bussò alla porta e attese finché una dolce vocina la pregò di entrare. Era la vocina dell'uccellino verde che nel vedere la farfallina fece un gran sorriso e le disse: "Vieni farfallina, come mai sei arrivata fin quassù ?" La farfallina gli raccontò allora la sua triste vicenda e gli disse che l'ape regina gli aveva consigliato di andare da lui. L'uccellino verde nell'udire ciò che era capitato alla farfallina era fremente di sdegno e in preda a vera e propria collera esclamò: "Perbacco ci penso io!" Scese perciò velocemente fino al giardino seguito dalla farfallina e si nascose dietro ad un cespuglio. Chiamò poi a raccolta tutti gli animalucci che di solito popolavano il giardino e li mandò tutti a succhiare il nettare da quei fiori così squisiti. Il calabrone uscì dal suo nascondiglio e nel vedere che libellule, maggiolini, api, vespe e farfalline scorrazzavano liberamente nel giardino si mise a gridare con il suo terribile vocione: "Via di qui! Ho già detto che questo giardino è mio e non voglio nessuno qua dentro". Ed ecco che uscì dai cespugli l'uccellino verde. "Calabrone" disse "come ti permetti di mandare via tutte le creature da questo giardino ? Non è tuo ma di tutti noi! Ci è stato regalato dal buon Dio e possiamo viverci e abitarlo a nostro piacimento. Sei stato molto cattivo calabrone" continuò l'uccellino verde "e quindi ti voglio punire!". Detto fatto con il becco l'uccellino staccò un ala al calabrone e gli disse: "così non potrai più far male ad alcuno e potrai mangiare solo il nettare dei fiorellini che cade in terra". Il calabrone non diede più fastidio a nessuno e il bellissimo giardino ripopolato dai suoi vecchi amici riprese subito l'aspetto gaio e felice di sempre.