Indice
Attori
Lee Aaker
A dispetto dell’enorme successo con «Le avventure di Rin Tin Tin», dove per 164 episodi ha interpretato il piccolo orfano Rusty salvato dai soldati di stanza a Forte Apache insieme al suo fedele pastore tedesco Rin Tin Tin, l’attore Lee Aaker è morto l’1 aprile scorso da indigente a Mesa, in Arizona (il certificato di morte lo elenca infatti come «defunto indigente») per le conseguenze di un ictus. Come ha detto a «The Hollywood Reporter» l’ex star di «Donna Reed Show», Paul Petersen, che da anni sostiene e aiuta gli ex attori bambini, il 77enne Aaker ha combattuto durante tutta la sua vita contro l’abuso di alcol e droghe «ed era da solo, con un unico parente in vita che non poteva aiutarlo». Nato a Inglewood, in California, il 25 settembre del 1943, all’età di 8 anni ottenne il suo primissimo ingaggio per «Benji» (che vincerà poi l’Oscar per il miglior cortometraggio), dopo che il regista Fred Zinnemann lo vide ballare e cantare in un programma dal vivo sul canale tv KTLA un sabato sera (la madre aveva una scuola di ballo). L’anno successivo arrivarono poi dei piccoli ruoli in film come «Il più grande spettacolo del mondo», «Mezzogiorno di fuoco» e «La città atomica», mentre nel 1953 fu invece la volta di «Hondo» (con John Wayne e una debuttante Geraldine Page), «La marea della morte» (con Barbara Stanwyck e Barry Sullivan), «Arena» e «Allegri Esploratori». La popolarità è però arrivata nel 1954, quando ebbe la parte di Rusty ne «Le avventure di Rin Tin Tin», telefilm che fra la fine degli anni ’50 e i ’60 ha segnato la storia della tv dei ragazzi in Italia (negli Usa andò in onda fino al 1959, mentre in Italia le repliche sono andate avanti per decenni). E proprio a proposito de «Le avventure di Rin Tin Tin», che resta il suo maggiore successo, in una video-intervista del 2011 lo stesso Aaker raccontò che i primi compensi furono di 250 dollari a episodio, per poi raddoppiare nell’ultima stagione. L’ultima apparizione cinematografica risale al 1963 con «Ciao ciao Birdie»: dopo quella pellicola, i ruoli per Aaker cominciarono a diventare sempre meno, spingendo così l’ex bimbo prodigio a lasciare Hollywood non ancora ventenne per trasferirsi a Mammoth Mountain, in California, dove ha lavorato come falegname per due decenni e ha anche insegnato a sciare ai bambini svantaggiati e alle persone con disabilità, vivendo con una pensione di 1.500 dollari al mese (all’incirca 1.250 euro). «Si tratta dell’ennesima, triste fine di un attore bambino a Hollywood, dove devi piacere a tutti e quando non c’è più niente per te, ti mollano», ha commentato Petersen, aggiungendo che si è già attivato per ottenere un’indennità di sepoltura per l’attore, in quanto veterano dell’Air Force.
Terry Jones
Terry Jones nato Terence Graham Parry Jones (Colwyn Bay, 1º febbraio 1942 – Londra, 21 gennaio 2020) è stato un attore, regista, sceneggiatore, scrittore e presentatore televisivo britannico, noto per essere uno dei membri dei Monty Python. È stato autore anche di numerosi libri per ragazzi.
Primi anni
Originario del Galles, è ricordato dai colleghi come degno rappresentante dello spirito sanguigno ed emotivo della sua terra. Studente di inglese presso il St Edmund Hall di Oxford, recitò nella compagnia universitaria The Oxford Revue, dove conobbe l'altro futuro Monty Python Michael Palin. Insieme parteciparono a due spettacoli comici della compagnia, e per il secondo scrissero per la prima volta uno sketch in collaborazione, la Sequenza di Slapstick che anni dopo avrebbero riproposto negli spettacoli dal vivo dei Monty Python (e che si può vedere nel film Monty Python Live at the Hollywood Bowl)
Laureatosi, cominciò a scrivere professionalmente e venne assunto dalla BBC. Si riunì a Palin quando anche quest'ultimo si laureò. Insieme lavorarono per la trasmissione The Frost Report, scrivendo battute di una riga per i monologhi di David Frost e, in seguito, realizzando brevi spezzoni filmati. Qui incontrarono per la prima volta gli altri Monty Python John Cleese, Graham Chapman e Eric Idle. In questo periodo Jones vide più volte stravolgere il proprio materiale da attori che improvvisavano per continuare a far ridere durante le prove (primo fra tutti Marty Feldman) e sviluppò il desiderio di ottenere il controllo anche nella realizzazione degli sketch. Vista la paga per minuto di trasmissione, Jones e Palin furono costretti a lavorare tantissimo, accettando di scrivere per le produzioni più svariate. Scrissero insieme quasi quotidianamente fino al periodo dei Monty Python e oltre. Vennero scritturati per la trasmissione Twice a fortnight (“Due volte ogni quattordici giorni”, 1967) assieme a membri dei futuri The Goodies, quindi ottennero la produzione del programma Do Not Adjust Your Set (“Non regolate il televisore”, 1967-1969) insieme a Eric Idle e all'americano Terry Gilliam, che realizzava brevi spezzoni animati, presentato loro da John Cleese. Il programma era rivolto ad un pubblico di bambini, ma molti adulti finirono per apprezzarlo più di ogni altra trasmissione, compresi Cleese e Chapman. Nella pausa tra le due stagioni realizzarono il programma The complete and utter history of Britain (“La storia completa e totale della Gran Bretagna”, 1969). Anche qui Jones soffrì della mancanza di controllo sulla realizzazione, che incise in modo determinante sugli sketch visuali.
I Monty Python
Nel 1969 Jones, Palin, Idle e Gilliam erano in attesa di realizzare una trasmissione per ITV, ma la conferma tardava ad arrivare. Furono contattati da Cleese e Chapman (che avevano già lavorato con Palin nello speciale How to irritate people) per un programma comico per la BBC. Il programma fu chiamato Monty Python's Flying Circus e il successo fu tale che i sei vennero identificati da allora come i Monty Python. Jones come gli altri approfittò al massimo della totale libertà creativa concessa al gruppo. Fu lui quello che si preoccupò più di tutti della forma che avrebbe avuto lo show proponendo la formula a “flusso di coscienza”, che prevedeva il passaggio da uno sketch all'altro senza battuta finale, scelta che dava molto più respiro all'umorismo concettuale del gruppo. Jones e Palin continuarono a scrivere in coppia per quasi tutti gli sketch del programma. Il loro stile era il più visuale, e richiedeva spesso riprese in esterni con grandi panoramiche. A differenza del duo Cleese-Chapman che tendeva a scioccare lo spettatore spesso partendo da una situazione quotidiana, Jones e Palin miravano più a sorprenderlo ponendo l'assurdo comico già nell'ambientazione. I personaggi più memorabili tra quelli interpretati da Jones sono la stridula casalinga e il bolso passante in bombetta, che ritornavano spesso sia nelle scene che negli intermezzi. Jones sfruttava a pieno il suo fisico basso e tarchiato in personaggi che apparivano buffi fin dal primo istante, e il cui spirito popolaresco contrastava con le figure autoritarie spesso interpretate da Cleese e Chapman. Il desiderio di controllo nella realizzazione degli sketch spinse Jones ad interessarsi sempre più del lato registico. Seguì spesso il regista della serie Ian McNaughton nella fase di ricerca delle location e nella fase di montaggio, dove riuscì a velocizzare le puntate rispetto a quanto proposto inizialmente[3]. Quando partì il progetto del film Monty Python e il Sacro Graal, Jones si offrì di dirigerlo assieme a Terry Gilliam. Furono molte le occasioni in cui le idee dei due diversero completamente, tanto che nei film successivi del gruppo, Brian di Nazareth e Monty Python - Il senso della vita, fu solo Jones ad assumere la regia. Il suo controllo si tradusse in ampie inquadrature che davano spazio agli attori, un uso più parco delle musiche rispetto alle produzioni comiche del tempo, ambienti suggestivi che dal suo punto di vista arricchivano lo humor della scena piuttosto che impoverirlo. Nel 2014 i Pythons si ritrovarono dopo 31 anni dal loro ultimo film, dando vita al loro ultimo spettacolo: Monty Python Live (Mostly).
Altri lavori
Diresse altri film sviluppando appieno il suo stile visuale. Alcuni di questi film ebbero nel cast ex-membri dei Monty Python:Erik il vichingo,Il vento nei salici,Absolutely anything. Creò e cooprodusse la serie animataBlazing Dragonsche andò in onda per due stagioni e subì dei tagli per la messa in onda negli Stati Uniti. Realizzò la serieRipping Yarnscon Palin e scrisse una delle prime sceneggiature del filmLabyrinth - Dove tutto è possibile. Scrisse anche numerosi libri per l'infanzia. Scrisse libri e presentò documentari sul Medioevo e l'età classica, spesso ribaltando l'immaginario popolare sui periodi storici. Per esempio argomentò quanto il medioevo fosse un periodo più sofisticato di quanto comunemente si creda, e descrisse i popoli combattuti dai Romani come più avanzati di quanto i loro distruttori fecero poi credere. Nel libroChaucer's Knight: The Portrait of a Medieval Mercenary(1980) presentò una visione alternativa del “Racconto del Cavaliere” diGeoffrey Chaucer: anziché essere un paragone di virtù cristiana, se confrontato con il contesto storico anziché con quello letterario il Cavaliere è un comune mercenario e un freddo assassino. A seguito di questi lavori, nel 2013 ha ricevuto il Dottorato Onorario in Lettere dall'Università di Glasgow. Nel giugno dello stesso anno ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dalla St. Andrews University.
Vita personale
Sposò Alison Telfer nel 1970 ed ebbe due figli, Sally (1974) e Bill (1976, uno dei co-registi del filmA liar's Autobiography). Nonostante la loro fosse dichiaratamente una coppia aperta, la Telfer pose fine al matrimonio nel dicembre 2004 quando Jones si confessò innamorato della ventunenne svedese Anna Söderström, studentessa di Oxford. Nel 2006 gli venne diagnosticato un tumore al retto, rimosso poi con successo. Nel 2009 ebbe dalla Söderström una figlia, Siri. Nel 2012 si sposarono all'insaputa della stampa. Nel 2016 all'età di 74 anni gli viene diagnosticata l'Afasia primaria progressiva che lo porta alla perdita della parola e, il 21 gennaio 2020, alla morte .
Filmografia
- E… ora qualcosa di completamente diverso(And Now for Something Completely Different) (1971)
- Monty Python e il Sacro Graal(Monty Python and the Holy Grail) (1974)
- Jabberwocky(Jabberwocky) (1977)
- Brian di Nazareth(Monty Python's Life of Brian) (1979)
- Monty Python - Il senso della vita(Monty Python's The Meaning of Life) (1983)
- Erik il Vichingo(Erik the Viking) (1989)
- Il vento nei salici(The Wind in the Willows) (1996)
- Monty Python Live (Mostly)(2014)
- Un'occasione da Dio(Absolutely Anything), regia di Terry Jones (2015)
- Regista
- Monty Python e il Sacro Graal(Monty Python and the Holy Grail) (1974)
- Brian di Nazareth(Monty Python's Life of Brian) (1979)
- Monty Python - Il senso della vita(Monty Python's The Meaning of Life) (1983)
- Personal Services(Personal Services) (1987)
- Erik il vichingo(Erik the Viking) (1989)
- Il vento nei salici(The Wind in the Willows) (1996)
- Un'occasione da Dio(Absolutely Anything) (2015)
Sceneggiatore
- E… ora qualcosa di completamente diverso(And Now for Something Completely Different) (1971)
- Monty Python e il Sacro Graal(Monty Python and the Holy Grail) (1974)
- Brian di Nazareth(Monty Python's Life of Brian) (1979)
- Monty Python - Il senso della vita(Monty Python's The Meaning of Life) (1983)
- Labyrinth - Dove tutto è possibile(Labyrinth) (1986)
- Erik il vichingo(Erik the Viking) (1989)
- Il vento nei salici(The Wind in the Willows) (1996)
- Un'occasione da Dio(Absolutely Anything), regia di Terry Jones (2015)
- Aiuto! Sono un pesce(Help! I'm a Fish) (2000)
- Un'occasione da Dio(Absolutely Anything), regia di Terry Jones (2015)
Curiosità
Un asteroide, 9622 Terryjones, è chiamato così in suo onore. Sui social il saluto di Terry Gilliam: “Era un ragazzaccio e ci mancherà. Terry era una persona totalmente consumata dalla vita … un essere umano brillante, si metteva costantemente in discussione, iconoclasta, rettamente polemico e arrabbiato ma oltraggiosamente divertente, generoso e gentile … e molto spesso una spina nel fianco (in originale “pain in the ass”). Non avrei potuto sperare in un amico migliore. Arrivederci, Tel”. Michal Palin ha scritto: “Era gentile, generoso, solidale e appassionato della vita. Era molto più di uno dei più divertenti interpreti e scrittori della sua generazione, era il comico completo del Rinascimento - scrittore, regista, presentatore, storico, geniale autore per bambini e la compagnia più calorosa e meravigliosa che si possa desiderare di avere”. E John Cleese: “È strano che un uomo con così tanti talenti e un tale entusiasmo infinito, sia svanito così delicatamente… Dei suoi numerosi successi, per me il più grande dono che ci ha dato è stato la sua direzione di Brian di Nazareth. Perfezione. Fuori due, ne rimangono quattro”.
Rutger Hauer
E’ morto Rutger Hauer, il replicante più famoso del cinema, quello che aveva visto cose «che voi umani…» se ne è andato per sempre. Ne ha dato la notizia ieri il suo agente a funerale avvenuto: Rutger Hauer era nato il 23 gennaio 1944 a Breukelen, in Olanda e in Olanda è morto settantacinquenne dopo una breve malattia il 19 di questo mese. Per tutti sarà sempre Roy Batty, il replicante che non vuole accettare il suo destino di morte e in Blade Runner (1982) lotta contro Harrison Ford, ma sarebbe fargli torto ricordarlo solo con quell’interpretazione. Accanto bisogna almeno mettere quella del clochard ubriacone toccato dalla grazia in La leggenda del santo bevitore (1988) di Ermanno Olmi (che poi lo volle anche in Il villaggio di cartone, 2011). Una curiosa dicotomia, legata alle sue interpretazioni più magistrali — quella del ribelle affascinato dalla propria vitalità e quella dell’ultimo tra gli ultimi che trova dentro di sé la forza del riscatto — e che ha finito per non rendere giustizia a una carriera che avrebbe potuto essere forse più generosa con le sue indubbie capacità interpretative. Nato da una coppia di attori drammatici, Rutger sembra tentato all’inizio della carriera marinara: si imbarca a 15 anni su una nave mercantile (da cui è allontanato per daltonismo), poi si arruola anche nella marina militare; quindi si trasferisce in Svizzera dove si mantiene facendo la guida alpina. Solo nel 1967, tornato ad Amsterdam e diplomatosi in arte drammatica, inizia una carriera cinematografica dove Paul Verhoeven lo impone in parti non sempre raccomandabili: è uno scultore ossessionato dal sesso in Fiore di carne (1973), un banchiere di scarsa moralità in Kitty Tippel (1975). Si riscatta interpretando un giovane della Resistenza in Soldato d’Orange (1979). Il successo in Olanda gli apre le porte di Hollywood, prima accanto a Sylvester Stallone in I falchi della notte (1981) poi chiamato da Ridley Scott per Blade Runner, da Sam Peckinpah in Osterman Weekend (1982), da Clive Donner per Ladyhawke (1985) e da Robert Harmon per The Hitcher – La lunga strada della paura (1986). Il suo volto, attraversato da uno sguardo capace di inquietare, sembra condannarlo a ruoli a tinte forti, dove la fisicità finisce per vincerla sull’introspezione. Così è per il reduce cieco ma esperto di arti marziali in Furia cieca (1989, di Phillip Noyce) o il campione di un futuribile e sanguinoso rugby in Giochi di morte (1989, di David Webb Peoples) o ancora un rapinatore ingannato dalla sua donna in Sotto massima sorveglianza (1991 di Lewis Teague). Solo Ermanno Olmi riuscì a vedere oltre quell’aspetto violento e aggressivo, adattando il personaggio creato da Joseph Roth a un attore che sembrava portarsi addosso una carica di rabbia sempre pronta ad esplodere e che proprio per questo sorprese tutti, convinti all’inizio di trovarsi di fronte a un clamoroso miscasting ma cancellato alla fine dagli elogi unanimi (e se il film vince il Leone d’oro a Venezia il merito fu anche suo). Peccato che nessun altro regista ha poi voluto utilizzarlo ancora in ruolo così. Negli anni Duemila ha subito come tanti l’ostracismo di Hollywood per un’età che non si adatta più ai ruoli della giovinezza.È chiamato da Rodriguez e Miller per il ruolo di un cardinale in Sin City (2005), da Christopher Nolan per Earle in Batman Begins (2005) ma la sua carriera finisce per spegnersi in troppi piccoli ruoli dentro a film di non grande importanza.24 luglio 2019
Patrick Macnee
Addio a Patrick Macnee, rivoluzionario dello stile inglese. Protagonista di «Agente Speciale - The Avengers», telefilm che inventò un nuovo corso della moda inglese tra abiti tre pezzi aderenti e coloratissimi, e l’immancabile bombetta.
Apparve sui teleschermi degli anni ‘60 come un marziano inviato da un futuro dove il menswear era più attillato, più colorato, più aggressivo — visto dal 2015, più elegante. Patrick Macnee, attore inglese del serial anni ‘60 «Agente Speciale» (The Avengers), morto a 93 anni a Rancho Mirage, elegantissimo buen retiro nel deserto della California, ha incarnato nei panni dell’agente John Steed una figura fondamentale del menswear del dopoguerra. Gli abiti a tre pezzi dal fit inusuale, le giacche a un bottone e spesso senza taschino, l’ombrello che nascondeva una spada (non usò pistole, nel telefilm: Macnee aveva visto la violenza, quella vera, al fronte durante la Guerra e per lodevoli motivi di principio non volle scimmiottarla in tv), la bombetta inseparabile che da monumento dell’Inghilterra vecchia scuola veniva proiettata con ironia nella Swinging London (come tutti i grandi decostruttori di miti, Macnee era un profondo conoscitore delle regole classiche: di nobile famiglia d’origine scozzese, studiò a Eton prima di esser espulso per traffico di giornaletti pornografici e scommesse clandestine sui cavalli). Il serial usò con straordinaria intelligenza la neonata tv a colori: ecco così gli smoking color porpora che starebbero benissimo su una passerella del 2015, i completi carta da zucchero, le bombette porporine, abiti realizzati da Pierre Cardin (con scandalo dell’industria inglese) ma anche dal fido sarto Bailey and Weatherill di Regent Street. Non tutti sanno che spesso era Macnee, rande dandy, a disegnare i propri abiti per il telefilm: e resta bello riguardare su dvd o YouTube le sue imprese, il suo humour, a fianco di co-protagoniste mai decorative ma sempre grintosissime come Honor Blackman e Diana Rigg. Macnee fu un «early adopter» delle istanze femministe degli anni ‘60, e fece sentire spesso il suo sdegno democratico per le leggi britanniche anti-omosessualità abolite soltanto nel 1967 (il piccolo Patrick era stato cresciuto, dopo l’abbandono paterno, da due donne: la madre e la di lei compagna).
Ci fu ancora tempo, 19 anni fa, per l’ultima comparsata — come sempre di assoluta classe, nel video di «Don’t Look Back In Anger» degli Oasis che allora erano la band più popolare del mondo. Macnee elegante e ironico come ai bei tempi faceva l’autista (in Rolls) dei fratelli Gallagher, doveroso omaggio della Cool Britannia anni ‘90 all’uomo che trent’anni prima aveva preso il vetusto stile inglese e l’aveva fatto risplendere nel mondo.
Martin Landau
L’attore, 89 anni, premio Oscar nel 1995, celeberrimo per l’interpretazione del comandante Koenig in Spazio 1999 si è spento domenica sera a Los Angeles per un affaticamento cardiaco Non aveva mai smesso di lavorare, nonostante avesse 89 anni: e soltanto qualche mese fa, lui che nel 1995 si aggiudicò lil premio Oscar per il migliore attor non protagonista, aveva dato un’ennesima dimostrazione della sua mostruosa bravura di attore drammatico in «Remember», giallo-thriller di Atom Egoyan sui sopravvissuti nei lager nazisti. L’attore Martin Landau, che tanti ricordano per l’interpretazione del comandante Koenig nella serie fantascientifica-cult Spazio 1999, si è spento domenica sera per una complicazione medica seguita a un affaticamento cardiaco per cui aveva deciso il ricovero in un ospedale a Los Angeles, dove viveva. Landau, newyorchese figlio di due immigrati austriaci di origine ebraica, aveva cominciato a lavorare a 17 anni al New York Daily News come vignettista e illustratore: ma il suo sogno era quello di diventare attore. Nel 1955, assieme ad altri 2.000 partecipanti, tenta l’audizione per entrare all’Actors Studio, la prestigiosa scuola attoriale di Lee Strasberg: solo lui e Steve McQueen vengono ammessi. Tra le sue prime apparizioni cinematografiche, da ricordare quella nel film Intrigo internazionale (1959), di Alfred Hitchcock. Nel 1957 sposa l’attrice Barbara Bain — da cui divorzierà poi a metà degli anni Novanta dopo avere avuto due figlie — con la quale condivide la scena nel telefilm Missione Impossibile (la serie tv su agenti segreti pronti a tutto) che lo vide protagonista negli anni Sessanta e che lo rese noto al grande pubblico. Poi diventa il comandante John Koenig, capo della base lunare«Alpha». A seguito di una deflagrazione potentissima, il satellite esce dall’orbita terrestre e avvia un epocale viaggio nello spazio il cui racconto a puntate avvincerà milioni di spettatori in tutto il mondo. Nonostante la celebrità televisiva, la carriera di Landau - di bell’aspetto, occhi azzurri magnetici - resta piuttosto ferma negli anni Settanta. Salvo però decollare nella «terza età» dell’attore. Nel 1988 conquista infatti un ruolo di rilievo a fianco di Jeff Bridges in «Tucker - Un uomo e il suo sogno» di Francis Ford Coppola. La parte gli procura la nomination agli Oscar e gli fa vincere un Golden Globe. L’anno successivo recita in «Crimini e misfatti»(1989), insieme a Woody Allen. Poi arriva anche l’Oscar quale miglior attore non protagonista giunge nel 1995 e premia la sua interpretazione di un anziano e sofferente Bela Lugosi in «Ed Wood» (1994), per la regia di Tim Burton. E appunto: solo pochi mesi fa era ancora sul set per impersonare un aguzzino nazista in «Remember». Ma per gli appassionati di fantascienza resterà sempre il «comandante Koenig» capace di riportare sulla Terra la sua squadra di astronauti perduti nell’infinità dello spazio.
Leslie Nielsen
mercoledì 1 dicembre 2010.Leslie Nielsen, irresistibile attore comico già protagonista di Una pallottola spuntata e altri film di successo, è morto domenica 28 novembre in Florida all'età di 84 anni per le complicazioni di una polmonite. Nielsen deve la sua fama soprattutto al detective Frank Drebin e alla sua interpretazione in L'aereo più pazzo del mondo, in una carriera cinematografica e televisiva durata oltre sessant'anni.
Il portavoce ha fatto sapere che l'attore è morto in un ospedale vicino alla sua casa di Fort Lauderdale, circondato dalla moglie e dagli amici. Canadese naturalizzato americano, Leslie Nielsen era nato da genitori danesi e gallesi e aveva studiato alla Lorne Greene Academy of Radio Arts di Toronto prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Tra i numerosi premi, Leslie Nielsen vantava anche una Stella nella Hollywood Walk of Fame al 6541 di Hollywood Boulevard ed era stato inserito nella Canada's Walk of Fame.
Nel 2002 era stato nominato Ufficiale dell'Order of Canada. Sposato quattro volte, aveva tre figli e otto nipoti.
Leonard Nimoy
Leonard Nimoy, il signor Spock della serie tv di Star Trek, è morto.
Venerdì all’età di 83 anni. L’attore è morto nella sua casa a Bel Air, Los Angeles, e il decesso è stato confermato dalla moglie, Susan Bay Nimoy. La causa della morte è stata una broncopneumopatia, una malattia polmonare cronica, che due giorni fa aveva portato a un ricovero d’urgenza.
Le sigarette: «Smettete» La malattia ha colpito Nimoy , che avrebbe compiuto 84 anni il prossimo 26 marzo, nonostante avesse smesso di fumare oltre 30 anni fa. Lo aveva annunciato su Twitter lo stesso attore, commentando «comunque troppo tardi». L’ultima sua interpretazione è stata nel 2013 nell’ultimo film della saga Star Trek: into darkness.
Herbert Lom
È morto «Dreyfus», l’esasperato ispettore capo della Pantera Rosa. Addio a Herbert Lom, carriera da attore iniziata a 20 anni. Durante la sua lunga carriera ha partecipato a oltre 100 pellicole, tra queste Spartacus. Il suo personaggio più noto rimane però quello nella Pantera Rosa: era l’ispettore capo della polizia francese perennemente irritato, Charles Dreyfus. L’attore Herbert Lom si è spento a Londra nella notte tra mercoledì e giovedì. Aveva 95 anni.
Con Sellers Come non ricordare quel tic agli occhi ogni volta che c’era il sentore dell’arrivo dell'impacciato ispettore Clouseau (Peter Sellers)? Dal 1964, Herbert Lom ha vestito magnificamente i panni di Charles Dreyfus in sette (delle otto) pellicole della strampalata serie di film ideata e diretta da Blake Edwards. Per l'attore quel successo ottenuto con Sellers aveva anche un rovescio della medaglia: «E' stata una manna dal cielo quando mi è stata offerta la parte», raccontò Lom qualche tempo fa alla BBC. «Tuttavia, era una spada a doppio taglio: la gente mi associava solo più a Dreyfus». Come si legge sulla banca dati del cinema Imdb, Lom — il cui nome completo era Herbert Karel Angelo Kuchacevič ze Schluderpacheru — era nato a Praga l’11 settembre del 1917. E’ stato anche Napoleone Bonaparte nel film Guerra e Pace del 1956. Ha lavorato con Kubrick e grandi colleghi attori quali Robert Mitchum e Jack Lemmon. Era poco più che ventenne quando nel 1937 debuttò in una piccola produzione ceca.
George Kennedy
Aveva recitato in più di 200 film, con decine e decine di ruoli ed ora il mondo del cinema piange la sua scomparsa.E' morto a 91 anni l'attore americano George Kennedy premio oscar per il suo ruolo nel film Nick mano fredda al fianco di Paul Newman. Il decesso è avvenuto a Boise, Idaho, come ha annunciato il nipote su Facebook. Kennedy, che ha recitato in centinaia di pellicole, dai western ai catastrofici, e serie Tv, è famoso anche per il suo ruolo in Sciarada ma anche in “Una pallottola spuntata”, Airport e nella serie “Dallas” ove impersonava Carter McKay.
Gene Wilder
E' morto l'attore americano Gene Wilder, aveva 83 anni. Wilder fu la star del film “Willy Wonka & the Chocolate Factory” del '71 e nel mitico “Frankenstein Junior”, e tra gli attori preferiti da Mel Brooks.
L'attore e sceneggiatore americano, uno dei più amati di tutti i tempi, è morto all'età di 83 anni nella sua casa di Stamford, in Connecticut. A dare il triste annuncio è stato il nipote, Jordan Walker-Pearlman, che ha fatto sapere che Wilder è morto a causa di alcune complicanze dovute all'Alzheimer, di cui era malato dal 1989. L'attore comico, nominato due volte al premio Oscar, era noto in tutto il mondo per aver interpretato gli iconici ruoli del Dottor Frankenstein in “Frankenstein Junior” e di Willy Wonka nel film del 1971 “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”.
Jerome Silberman - questo il suo vero nome - nasce l'11 giugno 1933 a Milwaukee, in Wisconsin, da una famiglia di ebrei russi immigrati. Terminati gli studi universitari negli Stati Uniti, Wilder decide di trasferirsi in Inghilterra, dove frequenta la Bristol Old Vic Theatre School, avvicinandosi per la prima volta al mondo dello spettacolo. Durante il soggiorno nel Regno Unito, frequenta anche una scuola di scherma, disciplina che gli tornerà utile al rientro in patria dove, per mantenersi, terrà proprio lezioni di scherma. Poi inizia a recitare nei teatri off-Broadway, entrando inoltre a far parte dell'Actor's Studio. L'esordio sul grande schermo arriva nel 1967, con il film “Gangster Story” di Arthur Penn. La svolta per la sua carriera però coincide con l'inizio del sodalizio - che diverrà poi storico - con il geniale Mel Brooks. Prima arriva la candidatura all'Academy Awards come Miglior attore non protagonista per il ruolo di Leo Bloom in “Per favore, non toccate la vecchietta”, poi il successo con la parodia “Frankenstein Junior” (1974), dove veste i panni del Dottor Frederick Frankenstein. La pellicola si aggiudica il premio Oscar per la Miglior sceneggiatura, che lo stesso Wilder stila a quattro mani con Brooks. Fra i suoi più grandi successi ci sono anche “La signora in rosso”, con Kelly LeBrock, “Non guardarmi: non ti sento” (1989) e “Non dirmelo… non ci credo” (1991). Il 20 maggio 1989 una tragedia segna la vita di Wilder: la sua terza moglie, Gilda Radner, muore di tumore. L'attore fonda così il Gilda's Club, per aiutare la ricerca contro il cancro. Un decennio dopo, lo stesso Wilmer è costretto a ritirarsi dalle scene a causa di un linfoma che lo costringe a sottoporsi a frequenti sedute di chemioterapia. Poi il lento declino dell'Alzheimer.
Erin Moran
Nella versione italiana del telefilm la chiamavano 'Sottiletta' ed era un o dei personaggi più amati della serie Happy Days. I fan dicono addio a Joanie Cunningham, la sorella di Richie, miglior amico di Fonzie. E' morta a 56 anni Erin Moran. L'attrice resa famosa dalla popolarissima serie tv degli anni '70 e '80 e' morta all'eta' di 56 anni. Il corpo e' stato ritrovato nella Harrison County, in Indiana, quando in seguito a una chiamata al numero di emergenza 911 sono arrivati i soccorsi. Ancora sconosciute le cause e le circostanze del decesso. Moran, originaria della California, in Happy Days era la sorella più' piccola di Ricky Cunningham, il miglior amico di Fonzie, interpretato da un giovanissimo Ron Howard.
Negli ultimi anni era caduta in disgrazia. Su Twitter il dolore di Henry Winkler, il mitico Fonzie di Happy Days: Oh Erin…ora finalmente avrai la pace che hai cercato invano su questa terra
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Christopher Lee
E' morto l'attore Christopher Lee, il signore delle tenebre. Da Dracula al Signore degli anelli, icona per intere generazioni. Il gioco delle coincidenze, dei legami di sangue, del destino ha accompagnato tutta la vita di Sir Christopher Frank Lee Carandini, noto ai più come Christopher Lee o, per antonomasia, il Conte Dracula.
Un riferimento non molto amato da questo colto, elegantissimo signore che se n'è andato in silenzio a 93 anni da poco compiuti (era nato a Londra il 27 maggio del 1922), tanto che la notizia è stata rivelata solo oggi dalla famiglia, quattro giorni dopo la morte.
“Signore delle tenebre” era il nomignolo che molto lo divertiva e del resto quello di impersonare il lato oscuro dell'animo umano gli era parso un segno del destino, fin dalla prima apparizione in scena nel ruolo dello spiritello malvagio Tremotino in un adattamento teatrale della fiaba dei Fratelli Grimm, quando era appena un adolescente a Wengen in Svizzera. La sua alta e imponente figura, la voce da basso, le folte sopracciglia e le lunghe mani restano altrettante icone per gli spettatori cinematografici di oltre quattro generazioni. Debuttò sul grande schermo grazie a Terence Young nel 1948 (“Il mistero degli specchi”), ma raggiunse la notorietà 10 anni dopo con “Dracula il vampiro”. Le sue apparizioni con la celebre cappa nera e uno svolazzare di pipistrelli dietro le spalle furono 11 in carriera, ma il cliché gli pesava, tanto da ometterlo quasi sempre nei suoi ricordi pubblici e da minimizzarlo anche nella sua autobiografia. Amava piuttosto insistere sulle sue origini, su una vita avventurosa e appassionante più dei suoi personaggi. Suo padre era un ufficiale dell'esercito britannico, sua madre una folgorante bellezza italiana (Estelle Marie Carandini dei marchesi di Sarzano) venerata dagli artisti dell'epoca edoardiana (la ritrasse anche la scultrice Clare Frewen Sheridan, cugina di Winston Churchill). Estelle amava esibirsi come pianista e diede a Christopher e a sua sorella Xandra una solida educazione artistica, nonostante le difficoltà economiche quando si trasferì in Svizzera dopo il divorzio dal marito. Cresciuto in collegio a Wengen e poi a Londra (al Wellington College), Lee incrociò per la seconda volta il suo destino quando Estelle si risposò col banchiere Harcourt Rose, lo zio di Ian Fleming. Decenni dopo, avrebbe impersonato uno dei “cattivi” preferiti del creatore di James Bond, il killer Scaramanga protagonista in “007 - L'uomo dalla pistola d'oro”. Del resto in quegli stessi anni, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, Christopher Lee frequentava la buona società londinese e vi incontrò anche J.R.R. Tolkien, il creatore della saga “Il signore degli anelli”: in tarda età avrebbe vestito il manto bianco dello stregone Saruman dopo aver sognato di interpretare il “grigio” Gandalf, parte che gli fu strappata da Ian McKellen che già aveva avuto la meglio su di lui nel casting di “X Men”. Giovane ribelle e spericolato, Christopher Lee si arruolò volontario nella brigata aerea britannica che andò a combattere i russi in Finlandia nel 1939 anche se non si alzò mai in volo e poi, arruolato nella Raf, fu assegnato a ruoli di intelligence a terra per una problema alla vista. Grazie alla padronanza delle lingue (ne parlava fluentemente ben otto) servì nel servizio segreto (proprio come il cugino Fleming), ma venne congedato al termine delle ostilità e poté tentare la via dell'arte. Fu un parente, l'ambasciatore italiano Nicolò Carandini a fornirgli la lettera di presentazione per la casa di produzione più importante d'Inghilterra, la Rank, rievocando i trascorsi artistici della madre. E all'Italia il giovane talento rimase sempre legato, fino a farsi adottare negli anni '60 dal nostro cinema (in primis da Mario Bava), da prendere la cittadinanza onoraria di Casina (vicino a Reggio Emilia da cui veniva la famiglia materna) e da accettare ogni tipo di invito nei maggiori festival, di genere dal Fantafestival di Roma al Noirfest di Courmayeur, al festival di Trieste. Ogni volta era un libro aperto su una vita e una carriera senza eguali, si confermava gentiluomo appassionato d'arte e di storia, tanto da vantarsi della sua parentela con l'archeologo Andrea Carandini. Il cinema lo elesse a suo emblema, il cinema di genere, l'horror e il fantasy cui ha regalato personaggi immortali, ben oltre Dracula. Le generazioni più giovani hanno imparato ad amarlo per l'inquietante Wonka di La fabbrica di cioccolato (Tim Burton), il Conte Dooku nel prequel di Guerre Stellari (George Lucas) e nel ciclo del Signore degli anelli e Lo Hobbit (Peter Jackson). Ma moltissimi grandi del cinema lo hanno avuto sui loro set: oltre a Terence Fisher e Freddie Francis (al tempo di Dracula) e al suo scopritore Terence Young, vanno ricordati almeno: Raoul Walsh (Hornblower, 1951), John Huston (Moulin Rouge, 1952), Powell e Pressburger (L'agguato, 1957), Nicholas Ray (Vittoria amara, 1957), Billy Wilder (Vita privata di Sherlock Holmes, 1970), Steven Spielberg (1941), Joe Dante (Gremlins 2, 1990), Martin Scorsese (Hugo Cabret, 2011), Bille August (Treno di notte per Lisbona, 2013). E' stato mostro e detective, cardinale e avventuriero, divo tv (da The Avengers a Charlie's Angels), assassino e stregone. Ma è stato prima di tutto un attore completo e ricco di sfumature, ironico osservatore del grande circo del cinema e impeccabile professionista; melomane appassionato e discreto collezionista d'arte; aveva una voce capace di rivaleggiare (avvenne davvero) con il “mostro sacro” Orson Welles e la mise al servizio di spericolate avventure musicali tra l'orchestrazione lirica e l'heavy metal; era curioso di tutto e il nuovo come l'occulto e il misterioso lo attraevano in modo irresistibile. Diceva “Fare l'attore è diventato un sogno comune. Tutti vogliono essere attori, ma essere un attore sul serio è il mestiere più duro del mondo”. Lui lo era.
Anne McEnroe
Anne McEnroe (born c.1956) is an American film actress who had roles in the 1980s and 1990s, including Wall Street and Beetlejuice. She is married to Edward R. Pressman, whom she met on the set of The Hand, which he produced.
Filmografia
- True Stories
Albert Francis Molinaro
È morto, all’età di 96 anni, l’attore statunitense Albert Francis Molinaro, conosciuto come Al Molinaro, noto soprattutto per avere interpretato il personaggio di Alfred “Al” Delvecchio, il proprietario italoamericano del drive in “Arnold’s” nella serie televisiva “Happy Days”. Molinaro è deceduto in un ospedale di Glendale, in California, dove era ricoverato per un’infezione alla cistifellea. La notizia della sua morte, avvenuta ieri, è stata data dal figlio Michael Molinaro. Il primo ruolo di rilievo dell’attore fu quello del maldestro poliziotto Murray nella serie televisiva “La strana coppia”. Nel 1976 entrò a far parte del cast della serie “Happy Days”, nel ruolo di Al Delvecchio, che mantenne fino al 1984. Interpretò il ruolo di Delvecchio anche nello spin-off di “Happy Days”, “Jenny e Chachi”, dal 1982 al 1983. Al Molinario proveniva da una famiglia italo-americana: il nonno era un immigrato originario di Cosenza, città da cui emigrò nel 1879. I genitori di Al si chiamavano Raffaele e Teresa, aveva 9 fratelli. Ritiratosi dalle scene televisive all’inizio degli anni novanta Molinaro riprese il ruolo di Delvecchio nel 1994 per il video del singolo “Buddy Holly” dei Weezer, ambientato appunto nel famoso drive in della serie. Nel 1987 aprì la catena di ristoranti “Big Al” insieme all’ex collega del cast di “Happy Days” Anson Williams che interpretava Warren “Potsie” Weber.
Diana Rigg
(10 Settembre 2020) E' morta a 82 Diana Rigg, attrice britannica nota per i ruoli interpretati in serie televisive di grande successo comeThe Avengerse più di recente (nei panni di Olenna Tyrell) come Game of Thrones, ma soprattutto per essere stata l'unica signora Bond in uno dei film della saga di 007 ( On Her Majesty's Secret Service del 1969). La notizia è stata confermata alla Bbc dalla figlia Rachael Stirling, attrice anch'ella.
Dame Dana, come veniva chiamata nel Regno Unito dopo aver ricevuto la decorazione dell'ordine dell'ex Impero britannico dalla regina, con titolo annesso, si è arresa al cancro che le era stato diagnosticato nel marzo scorso. “Ha trascorso gli ultimi mesi riflettendo felicemente sulla sua vita straordinaria, piena d'amore, di sorrisi e di un profondo orgoglio per quanto fatto nella sua professione”, ha commentato Rachel Stirling.
Biografia
Nata nello Yorkshire da Louis Rigg, ingegnere ferroviario, e Beryl Helliwell, si trasferì con tutta la famiglia in India quando aveva solo due mesi di vita, e rimase lì fino al 1946, imparando anche a parlare l'hindi. È anche conosciuta come Dama Diana Rigg, il titolo femminile equivalente al maschile Sir.
Nel 1962 interpreta a teatro Cordelia, figlia minore di Re Lear (interpretato da Paul Scofield), nella tragedia omonima di Shakespeare, sotto la direzione di Peter Brook. Il primo ruolo importante è in Agente speciale, serie televisiva abbandonata per permetterle di interpretare il ruolo di Tracy Bond in Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà. Divenne un membro delRADA Council, e nel 1967 divenne un'attrice associata della Royal Shakespeare Company. Fu inoltre la prima attrice a recitare nuda sul palco (con Keith Michell) nella produzione teatrale Abelard and Heloise(1970).
Nel giugno 1994 ricevette il titolo di Dame Commander of the Order of the British Empire(DBE) dalla regina Elisabetta II per i suoi innumerevoli contributi teatrali e cinematografici. È inoltreCancelliere della Stirling University della Scozia. Da questa università ricevette una laurea onoraria nel 1988, e nel 1992 dalla Leeds University.
Dal 2013 al 2017 è apparsa più volte in Il Trono di Spade, nel ruolo della*“Regina di Spine”Olenna Tyrell, per il quale ha ricevuto la candidatura comeOutstanding Guest Actress in a Drama Seriesalla 65 edizione dei Primetime Emmy Awards nel 2013 e nel luglio 2014 comeGuest Actress agliEmmy.
A seguito di un tumore, che le è stato diagnosticato nel marzo 2020, si è spenta il 10 settembre 2020 all'età di 82 anni.
Vita privata
Si è sposata due volte: il 6 luglio 1973 divenne moglie di MenachenGueffen, da cui divorziò il 3 settembre 1976; il 25 marzo 1982 si sposò invece con Archibald Hugh Stirling, nipote del colonnello Sir David Stirling, fondatore dello Special Air Service (SAS), dal quale nel 1977 ebbe una figlia, l'attrice Rachael Stirling, ma anche questo matrimonio si concluse con un divorzio il 31 agosto 1990.
Cinema
- Our Man in the Caribbean, regia di Charles Frend (1962)
- Sogno di una notte di mezza estate(A Midsummer Night's Dream), regia di Peter Hall (1968)
- Assassination Bureau (The Assassination Bureau), regia di Basil Dearden (1969)
- Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (On Her Majesty's Secret Service), regia di Peter Hunt (1969)
- Mini-Killers, regia di Wolfgang von Chmielewski (1969) - corto
- 23 pugnali per Cesare (Julius Caesar), regia di Stuart Burge (1970)
- Anche i dottori ce l'hanno (The Hospital), regia di Arthur Hiller (1971)
- Oscar insanguinato (Theatre of Blood), regia di Douglas Hickox (1973)
- Gigi, regia di Harold Prince (1978)
- Giallo in casa Muppet (The Great Muppet Caper), regia di Jim Henson (1981)
- Delitto sotto il sole (Evil Under the Sun), regia di Guy Hamilton (1982)
- Biancaneve (Snow White), regia di Michael Berz (1987)
- Alla ricerca dello stregone (A Good Man in Africa), regia di Bruce Beresford (1994)
- Parting Shots, regia di Michael Winner (1998)
- Heidi, regia di Paul Marcus (2005)
- Il velo dipinto (The Painted Veil), regia di John Curran (2006)
- Ogni tuo respiro (Breathe), regia di Andy Serkis (2017)
Televisione
- A Midsummer Night's Dream, regia di Jiří Trnka – film TV (1959)
- The Sentimental Agent– serie TV, 1 episodio (1963)
- Festival– serie TV, 1 episodio (1964)
- Armchair Theatre– serie TV, 1 episodio (1964)
- ITV Play of the Week – serie TV, 1 episodio (1965)
- Agente speciale (The Avengers) – serie TV, 51 episodi (1967-1968)
- ITV SaturdayNight Theatre– serie TV, 1 episodio (1970)
- Diana– serie TV, 15 episodi (1973-1974)
- Affairs of the Heart– serie TV, 1 episodio (1974)
- Le due suore(In This House of Brede), regia di George Schaefer – film TV (1975)
- Three Piece Suite– serie TV, 6 episodi (1977)
- Oresteia, regia di Bill Hays – miniserie TV (1979)
- Mystery! – serie TV, 6 episodi (1980)
- The Marquise, regia di Christopher Hodson – film TV (1980)
- Hedda Gabler, regia di David Cunliffe – film TV (1981)
- BBC Play of the Month – serie TV, 1 episodio (1982)
- Testimone d'accusa(Witness for the Prosecution), regia di Alan Gibson – film TV (1982)
- Re Lear (King Lear), regia di Michael Elliott – film TV (1983)
- Bleak House, regia di Ross Devenish e Susanna White – miniserie TV (1985)
- Zero in magia (The Worst Witch), regia di Robert Young – film TV (1986)
- Passione sotto la cenere(A Hazard of Hearts), regia di John Hough – film TV (1987)
- Mother Love, regia di Simon Langton – miniserie TV (1989)
- The Play on One– serie TV, 1 episodio (1989)
- In volo per un sogno (Mrs. 'Arris Goes to Paris), regia di Anthony Pullen Shaw – film TV (1992)
- La strada per Avonlea (Road to Avonlea) – serie TV, 1 episodio (1993)
- Running Delilah, regia di Richard Franklin– film TV (1993)
- Screen Two– serie TV, 1 episodio (1993)
- C'era una volta una principessa(Zoya), regia di Richard A. Colla – miniserie TV (1995)
- The Haunting of Helen Walker, regia di Tom McLoughlin – film TV (1995)
- The Fortunes and Misfortunes of Moll Flanders, regia di David Attwood – film TV (1996)
- Sansone e Dalila (Samson and Delilah), regia di Nicolas Roeg – miniserie TV (1996)
- Rebecca, regia di Jim O'Brien – miniserie TV (1997)
- The American, regia di Paul Unwin – film TV (1998)
- The Mrs. Bradley Mysteries– serie TV, 5 episodi (1998-2000)
- In the Beginning - In principio era (In the Beginning), regia di Kevin Connor – miniserie TV (2000)
- Victoria & Albert, regia di John Erman – miniserie TV (2001)
- Murder in Mind– serie TV, 1 episodio (2003)
- Carlo II - Il potere e la passione (Charles II: The Power & the Passion), regia di Joe Wright – miniserie TV (2003)
- Extras – serie TV, 1 episodio (2006)
- Doctor Who – serie TV, episodio 7×11 (2013)
- Il Trono di Spade (Game of Thrones) – serie TV, 18 episodi (2013-2017)
- Victoria - serie TV, 9 episodi (2017)
Cloris Leachman
Biografia
Nata da genitori con ascendenze anche inglesi e boeme, nel 1946, a vent'anni, fu in lizza per il titolo di Miss America, dopo aver vinto il concorso di Miss Chicago. Dal 1948 apparve in piccole parti in produzioni televisive e seguì i corsi di recitazione di Stella Adler. Dopo una piccola parte non accreditata in Sinfonie eterne(1947) di Edgar G. Ulmer, fece il suo vero esordio nel cinema nel 1955 con il ruolo di una femme fatale nel noir Un bacio e una pistola di Robert Aldrich, divenuto in seguito un cult, cui seguirono Supplizio(1956) di Arnold Laven, con Paul Newman, e Sessualità(1962) di George Cukor. Dopo avere partecipato a numerose serie televisive, quasi mai in ruoli da protagonista, iniziò a recitare con parti di rilievo al cinema tra gli anni sessanta e settanta: di questo periodo si segnalano i film Butch Cassidy(1969) di George Roy Hill, con Paul Newman e Robert Redford,Amanti ed altri estranei(1970) di Cy Howard eUn uomo oggi(1970) di Stuart Rosenberg, ove, con il ruolo dell'amica paralitica della suicida Joanne Woodward, recitò nuovamente accanto a Paul Newman. Nel 1971 ottenne uno dei suoi più grandi successi con la raffinata interpretazione di Ruth Popper in L'ultimo spettacolo di Peter Bogdanovich, che l'anno successivo le vale il premio Oscar alla miglior attrice non protagonista. Venne nuovamente diretta da Bogdanovich inDaisy Miller(1974) e Texasville(1990). Nel 1973 fu scritturata da John Milius nel poliziesco Dillinger, per poi recitare nella commedia di produzione disneyana Charley e l'angelo(1973) di Vincent McEveety, accanto a Fred MacMurray. Si rese indimenticabile a livello internazionale con il ruolo di Frau Blücher nell'esilarante Frankenstein Junior(1974) di Mel Brooks - probabilmente il personaggio più identificativo della sua carriera cinematografica - e con la divertente Nurse Charlotte Diesel (Fratella Diesel, nella versione italiana) in Alta tensione(1977), sempre di Brooks, che la diresse ancora in La pazza storia del mondo(1981). Nel 1980 partecipò a un altro film della Disney, Herbie sbarca in Messico di Vincent McEveety, sequel di una pellicola di successo del 1968 interpretata da Dean Jones. In seguito continuò a recitare in numerosi film, sempre con ruoli da caratterista. Attiva da sempre in teatro, fu molto popolare anche in televisione con la situation comedy Mary Tyler Moore, in onda tra il 1970 e il 1977, dove interpretava Phyllis Lindstrom: sia il suo ruolo, sia quello di Rhoda, affidato a Valerie Harper, furono molto apprezzati dal pubblico, al punto che diventarono in seguito serie autonome, anche queste di successo. Dal 2000 al 2006 partecipò anche alla serie Malcolm in the Middle*come madre di Lois. Dal 2010 al 2013 fu tra i protagonisti della serie *Aiutami Hope!, dove interpretò il ruolo di Maw Maw, la sconclusionata nonna affetta da demenza senile. Dai primi anni novanta si dedicò anche al doppiaggio. Vincitrice di numerosi premi, nel 1980 ricevette una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Insieme a Julia Louis-Dreyfus detiene il record come attrice con più Emmy Awards vinti nella storia, ben otto. Nel 1953 sposò il regista George Englund, da cui ebbe cinque figli: Adam (1953), Bryan (1955-1986, deceduto per un'overdose di farmaci per l'ulcera), George Jr. (1957), Morgan (1963) e Dinah (1966). La coppia, separata dal 1974, divorzia nel 1978.
Cinema
- Sinfonie eterne(Carnagie Hall), regia di Edgar G. Ulmer (1947) - non accreditata
- Un bacio e una pistola(Kiss Me Deadly), regia di Robert Aldrich (1955)
- Supplizio(The Rack), regia di Arnold Laven (1956)
- Sessualità(The Chapman Report), regia di George Cukor (1962)
- Butch Cassidy(Butch Cassidy and the Sundance Kid), regia di George Roy Hill (1969)
- Amanti ed altri estranei(Lovers and Other Strangers), regia di Cy Howard (1970)
- Un uomo oggi(WUSA), regia di Stuart Rosenberg (1970)
- L'uomo della porta accanto (The People Next Door), regia di David Greene (1970)
- L'ultimo spettacolo(The Last Picture Show), regia di Peter Bogdanovich (1971)
- Charley e l'angelo(Charley and the Angel), regia di Vincent McEveety (1973)
- Dillinger, regia di John Milius (1973)
- Daisy Miller, regia di Peter Bogdanovich (1974)
- Frankenstein Junior(Young Frankenstein), regia di Mel Brooks (1974)
- Alta tensione(High Anxiety), regia di Mel Brooks (1977)
- Gli spostati di North Avenue (The North Avenue Irregulars), regia di Bruce Bilson (1979)
- Ecco il film dei Muppet(The Muppet Movie), regia di James Frawley (1979)
- Scavenger Hunt, regia di Michael Schultz (1979)
- Herbie sbarca in Messico(Herbie Goes Bananas), regia di Vincent McEveety (1980)
- La pazza storia del mondo(History of the World, Part I), regia di Mel Brooks (1981)
- Hansel e Gretel(Hansel and Gretel), regia di Len Talan (1987)
- Mal d'amore (Love Hurts), regia di Bud Yorkin (1990)
- Texasville(Texasville), regia di Peter Bogdanovich (1990)
- Fantasma per amore(My Boyfriend's Back), regia di Bob Balaban (1993)
- A Beverly Hills… signori si diventa(The Beverly Hillbillies), regia di Penelope Spheeris (1993)
- Amiche per sempre(Now and Then), regia di Lesli Linka Glatter (1995)
- La musica del cuore(Music of the Heart), regia di Wes Craven (1999)
- Avviso di chiamata(Hanging Up), regia di Diane Keaton (2000)
- Alex & Emma, regia di Rob Reiner (2003)
- Babbo bastardo(Bad Santa), regia di Terry Zwigoff (2003)
- Spanglish - Quando in famiglia sono in troppi a parlare(Spanglish), regia di James L. Brooks (2004)
- L'altra sporca ultima meta(The Longest Yard), regia di Peter Segal (2005)
- Sky High - Scuola di superpoteri(Sky High), regia di Mike Mitchell (2005)
- Scary Movie 4, regia di David Zucker (2006)
- The Women, regia di Diane English (2008)
- Expecting Mary, regia di Dan Gordon (2010)
- Ancora tu!(You Again), regia di Andy Fickman (2010)
- Gambit - Una truffa a regola d'arte(Gambit), regia di Michael Hoffman (2012)
- The Wedding Ringer - Un testimone in affitto(The Wedding Ringer), regia di Jeremy Garelick (2015)
- Manuale scout per l'apocalisse zombie(Scouts Guide to the Zombie Apocalypse), regia di Christopher B. Landon (2015)
- Anime gemelle (Baby, Baby, Baby), regia di Brian Klugman (2015)
- The Comedian, regia di Taylor Hackford (2016)
- The Bronx Bull, regia di Martin Guigui (2016)
- Una canzone per mio padre(I Can Only Imagine), regia di Andrew e Jon Erwin (2018)
William Hurt
William Hurt (Washington, 20 marzo 1950 – Portland, 13 marzo 2022) è stato un attore statunitense.
Biografia
Formatosi presso la scuola di Michael Howard di New York, si è fatto conoscere al primo film (Stati di allucinazione (1980) di Ken Russell) ed è diventato in breve tempo uno degli attori più interessanti degli anni ottanta, capace di porre la propria espressione pensosa e di grande appeal al servizio di una notevole duttilità. Particolarmente a suo agio diretto da Lawrence Kasdan (Brivido caldo (1981), Il grande freddo (1983), Figli di un dio minore (1986), Turista per caso (1988), Ti amerò… fino ad ammazzarti (1990); ha ottenuto un Oscar per Il bacio della donna ragno (1985) di Héctor Babenco, in cui interpretava il ruolo di un omosessuale incarcerato. Successivamente ha confermato le notevoli qualità interpretative, in particolare in Uno scomodo testimone (1981) di Peter Yates, Gorky Park (1983) di Michael Apted, Dentro la notizia di James L. Brooks (1987), Fino alla fine del mondo (1991) di Wim Wenders, La peste di Luis Puenzo (1992), Mister Wonderful (1993) di Anthony Minghella, Un padre in prestito (1994) di Chris Menges e Il verdetto della paura di Heywood Gould (1994). Nel 1995 Hurt ha offerto un'altra valida interpretazione in Smoke di Wayne Wang, film che ha vinto l'Orso d'argento al Festival di Berlino e che spinse i recensori dell'epoca a definirlo un divo timido e seducente[1]. Nel 1996 è stato protagonista di Jane Eyre di Franco Zeffirelli, mentre nel 1997 ha interpretato Michael di Nora Ephron e Prove d'accusa di Erin Dignam. Tra le successive interpretazioni sono da menzionare Lost in Space - Perduti nello spazio (1998) di Stephen Hopkins, Do Not Disturb - Non disturbare (1999) di Dick Maas, A.I. - Intelligenza artificiale (2001) di Steven Spielberg, The Village (2004) di M. Night Shyamalan, A History of Violence (2005) di David Cronenberg, Mr. Brooks (2007) di Bruce A. Evans, Into the Wild - Nelle terre selvagge (2007) di Sean Penn, L'incredibile Hulk (2008) di Louis Leterrier, Robin Hood (2010) di Ridley Scott, The Host (2013) di Andrew Niccol, La scomparsa di Eleanor Rigby (2013) di Ned Benson, Storia d'inverno (2014) di Akiva Goldsman, Captain America: Civil War (2016) di Anthony e Joe Russo, Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo e un cameo nel sequel uscito un anno dopo, Era mio figlio (The Last Full Measure), (2020) di Todd Robinson, Black Widow, (2021) di Cate Shortland. Nel maggio 2018 fu annunciato che Hurt aveva un cancro terminale alla prostata ormai metastatizzato alle ossa. È morto la mattina del 13 marzo 2022, una settimana prima di compiere 72 anni, nella sua casa di Portland, in Oregon.
Vita privata
Era figlio di genitori divorziati, Alfred McChord Hurt e Claire Isabel McGill, che morì nel 1971. Nello stesso anno Hurt sposò l'attrice Mary Beth Hurt, da cui divorziò nel 1982, un anno dopo aver instaurato una relazione con la sceneggiatrice Sandra Jennings, con la quale ebbe un figlio, Devon; la loro relazione finì nel 1984. In seguito instaurò una relazione con la sua partner Marlee Matlin sul set di Figli di un dio minore, ma la loro relazione terminò l'anno dopo, a causa degli abusi fisici di lui e dei suoi problemi di droga. Dal 1989 al 1993 fu sposato con Heidi Henderson, che gli diede due figli: Samuel (1989) e Willie (1991). Nel 1994 ebbe un'altra figlia, Jeannie, dall'attrice Sandrine Bonnaire, conosciuta due anni prima sul set de La peste; la loro relazione terminò nel 1997.
Cinema
- Stati di allucinazione(Altered States), regia di Ken Russell (1980)
- Uno scomodo testimone(Eyewitness), regia di Peter Yates (1981)
- Brivido caldo(Body Heat), regia di Lawrence Kasdan (1981)
- Il grande freddo(The Big Chill), regia di Lawrence Kasdan (1983)
- Gorky Park, regia di Michael Apted (1983)
- Il bacio della donna ragno(Kiss of the Spider Woman), regia di Héctor Babenco(1985)
- Figli di un dio minore(Children of a Lesser God), regia di Randa Haines (1986)
- Dentrola notizia - Broadcast News(Broadcast News), regia di James L. Brooks (1987)
- Il grande odio(A Time of Destiny), regia di Gregory Nava (1988)
- Turista per caso(The Accidental Tourist), regia di Lawrence Kasdan (1988)
- Ti amerò… fino ad ammazzarti(I Love You to Death), regia di Lawrence Kasdan (1990)
- Alice, regia di Woody Allen (1990)
- Un medico, un uomo(The Doctor), regia di Randa Haines (1991)
- Fino alla fine del mondo(Bis ans Ende der Welt), regia di Wim Wenders (1991)
- La peste, regia di Luis Puenzo (1992)
- Mister Wonderful, regia di Anthony Minghella (1993)
- Il verdetto della paura(Trial by Jury), regia di Heywood Gould (1994)
- Un padre in prestito(Second Best), regia di Chris Menges (1994)
- Smoke, regia di Wayne Wang (1995)
- Confidenze auno sconosciuto(Ispoved neznakomtsu), regia di Georges Bardawil (1995)
- Jane Eyre, regia di Franco Zeffirelli (1996)
- Un divano a New York (Un divan à New York), regia di Chantal Akerman (1996)
- Michael, regia di Nora Ephron (1996)
- Prove d'accusa(Loved), regia di Erin Dignam (1997)
- Dark City, regia di Alex Proyas (1998)
- La proposta(The Proposition), regia di Lesli Linka Glatter (1998)
- Lost in Space - Perduti nello spazio, regia di Stephen Hopkins (1998)
- La voce dell'amore(One True Thing), regia di Carl Franklin (1998)
- Il mistero del quarto piano(The 4th Floor), regia di Josh Klausner (1999)
- Sporco segreto (The Big Brass Ring), regia di George Hickenlooper (1999)
- Sunshine, regia di István Szabó (1999)
- Do Not Disturb - Non disturbare(Do Not Disturb), regia di Dick Maas (1999)
- The Simian Line, regia di Linda Yellen (2000)
- L'esecutore(Contaminated Man), regia di Anthony Hickox (2000)
- A.I. - Intelligenza artificiale(Artificial Intelligence: AI), regia di Steven Spielberg (2001)
- Due cuori e una cucina(Rare Birds), regia di Sturla Gunnarsson (2001)
- Ipotesi di reato(Changing Lanes), regia di Roger Michell (2002)
- Au plus près du paradis, regia di Tonie Marshall (2002)
- Tuck Everlasting - Vivere per sempre(Tuck Everlasting), regia di Jay Russell (2002)
- The Blue Butterfly, regia di Léa Pool (2004)
- The Village, regia di M. Night Shyamalan (2004)
- The King, regia di James Marsh (2005)
- A History of Violence, regia di David Cronenberg (2005)
- Neverwas - La favola che non c'è(Neverwas), regia di Joshua Michael Stern (2005)
- Syriana, regia di Stephen Gaghan (2005)
- Beautiful Ohio, regia di Chad Lowe (2006)
- The Good Shepherd - L'ombra del potere(The Good Shepherd), regia di Robert De Niro (2006)
- Mr. Brooks, regia di Bruce A. Evans (2007)
- Into the Wild - Nelle terre selvagge(Into the Wild), regia di Sean Penn (2007)
- Noise, regia di Henry Bean (2007)
- The Yellow Handkerchief, regia di Udayan Prasad (2008)
- Prospettive di un delitto(Vantage Point), regia di Pete Travis (2008)
- L'incredibile Hulk(The Incredible Hulk), regia di Louis Leterrier (2008)
- Endgame, regia di Pete Travis (2009)
- La contessa(The Countess), regia di Julie Delpy (2009)
- Il fiume delle verità(The River Why), regia di Matthew Leutwyler (2010)
- Robin Hood, regia di Ridley Scott (2010)
- Late Bloomers, regia di Julie Gavras (2011)
- Too Big to Fail - Il crollo dei giganti, regia di Curtis Hanson (2011)
- J'enrage de son absence, regia di Sandrine Bonnaire (2012)
- The Host, regia di Andrew Niccol (2013)
- La scomparsa di Eleanor Rigby(The Disappearance of Eleanor Rigby), regia di Ned Benson (2013)
- Storia d'inverno(Winter's Tale), regia di Akiva Goldsman (2014)
- Race - Il colore della vittoria(Race), regia di Stephen Hopkins (2016)
- Captain America: Civil War, regia di Anthony e Joe Russo (2016)
- Il duello - By Way of Helena(The Duel), regia di Kieran Darcy-Smith (2016)
- Avengers: Infinity War, regia di Anthony e Joe Russo (2018)
- Una stagione da ricordare(The Miracle Season), regia di Sean McNamara (2018)
- Avengers: Endgame, regia di Anthony e Joe Russo (2019) - cameo
- Era mio figlio(The Last Full Measure), regia di Todd Robinson (2020)
- Black Widow, regia di Cate Shortland (2021)
Fred Ward
Fred Ward (San Diego, 30 dicembre 1942 – 8 maggio 2022) è stato un attore statunitense.
Biografia
Nato da una famiglia con origini scozzesi, irlandesi e cherokee, dopo gli studi si arruola per tre anni nella United States Air Force. Prima di diventare attore ha fatto anche boxe a livello professionistico e ha lavorato come boscaiolo in Alaska, ma dopo aver frequentato la New York's Herbert Berghof Studio diventa un attore, e partecipa ad alcuni film di Roberto Rossellini durante un periodo di studio a Roma. Prima di tornare in America nei primi anni settanta lavora nel teatro sperimentale e partecipa ad alcuni lavori televisivi. La sua prima apparizione da attore in America è nella parte di un cowboy inPazzo pazzo West!(1975).
In seguito partecipa a importanti film come Fuga da Alcatraz(1979) e inI guerrieri della palude silenziosa(1981). Poi è la volta diIl mio nome è Remo Williams(1985),Tremors(1990) nel celebre ruolo diEarl Bassett*in coppia con Kevin Bacon (e anche nel seguito *Tremors 2: After shocks del 1996),Henry & June(1990) eI protagonisti(1992). Ward continua ad essere attivo per tutti gli anni novanta, lavorando in film come Una pallottola spuntata 33⅓ - L'insulto finale(1994),Reazione a catena(1996),America oggi(1993). Negli anni duemila recita inTutta colpa dell'amore(2002), coprendo ruoli sia drammatici, comici e in film d'azione, oltre a partecipare come guest star*in alcune sitcom, come *Grey's Anatomy.
Vita privata
Ward è stato sposato due volte: dapprima con Silvia, da cui ha avuto il figlio Django, e successivamente, dal 1995, con Marie-France.
Ward è morto l'8 maggio 2022 all’età di 79 anni.
Cinema
- Fuga da Alcatraz(Escape from Alcatraz), regia di Don Siegel (1979)
- I guerrieri della palude silenziosa(Southern Comfort), regia di Walter Hill (1981)
- Timerider - Una moto contro il muro del tempo(Timerider), regia di William Dear (1982)
- Uomini veri(The Right Stuff), regia di Philip Kaufman (1983)
- Silkwood, regia di Mike Nichols (1983)
- Fratelli nella notte(Uncommon Valor), regia di Ted Kotcheff (1983)
- L'ammiratore segreto(Secret Admirer), regia di David Greenwalt (1985)
- Il mio nome è Remo Williams(Remo Williams: The Adventure Begins), regia di Guy Hamilton (1985)
- Affari d'oro(Big Business), regia di Jim Abrahams (1988)
- Saigon(Off Limits), regia di Christopher Crowe (1988)
- Il principe di Pennsylvania(The Prince of Pennsylvania), regia di Ron Nyswaner (1988)
- Tremors, regia di Ron Underwood (1990)
- Ore contate(Catchfire - Backtrack), regia di Dennis Hopper (1990)
- Miami Blues, regia di George Armitage (1990)
- Henry & June, regia di Philip Kaufman (1990)
- I protagonisti(The Player), regia di Robert Altman (1992)
- Cuore di tuono(Thunderheart), regia di Michael Apted (1992)
- Bob Roberts, regia di Tim Robbins (1992)
- Equinox, regia di Alan Rudolph (1993)
- America oggi(Short Cuts), regia di Robert Altman (1993)
- Una pallottola spuntata 33⅓ - L'insulto finale(Naked Gun 33⅓: The Final Insult), regia di Peter Segal (1994)
- Un bruit qui rend fou, regia di Dimitri de Clercq e Alain Robbe-Grillet (1995)
- Tremors 2: Aftershocks(Tremors 2: Aftershocks), regia di Steven Seth Wilson (1996)
- Reazione a catena(Chain Reaction), regia di Andrew Davis (1996)
- Best Men - Amici per la pelle(Best Men), regia di Tamra Davis (1997)
- Padrona del suo destino(Dangerous Beauty), regia di Marshall Herskovitz (1998)
- La città d'oro(Die goldene Stadt), regia di Veit Harlan (1999)
- Il corvo 3 - Salvation(The Crow: Salvation), regia di Bharat Nalluri (2000)
- Road Trip, regia di Todd Phillips (2000)
- Le avventure di Joe Dirt(Joe Dirt), regia di Dennie Gordon (2001)
- Corky Romano - Agente di seconda mano(Corky Romano), regia di Rob Pritts (2001)
- Il sogno di una estate(Summer Catch), regia di Michael Tollin (2001)
- Abandon - Misteriosi omicidi(Abandon), regia di Stephen Gaghan (2002)
- Via dall'incubo(Enough), regia di Michael Apted (2002)
- Tutta colpa dell'amore(Sweet Home Alabama), regia di Andy Tennant (2002)
- Masked and Anonymous, regia di Larry Charles (2003)
- Feast of Love, regia di Robert Benton (2007)
- Exit Speed, regia di Scott Ziehl (2008)
- Management - Un amore in fuga(Management), regia di Stephen Belber (2008)
- The Wild Stallion - Praterie selvagge(The Wild Stallion), regia di Craig Clyde (2009)
- Blindato(Armored), regia di Nimród Antal (2009)
- 30 Minutes or Less, regia di Ruben Fleischer (2011)
- Cani sciolti(2 Guns), regia di Baltasar Kormákur (2013)
David McCallum
David McCallum, che divenne una delle più grandi star della TV degli anni '60 interpretando la spia russa Illya Kuryakin in “The Man from U.N.C.L.E.” (in italiao Organizzazione U.N.C.L.E.) e che poi decenni dopo ha conquistato una nuova generazione di fan con la popolare serie “NCIS”, è morto per cause naturali all'età di 90 anni, ha riferito Variety. Figlio di due musicisti, nato in Scozia, ha avuto una carriera di attore che abbraccia settant'anni e risale ai tempi in cui era studente negli anni '50 alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra, dove una delle sue compagne di classe era la futura star Joan Collins.
Ha iniziato la sua carriera con parti secondarie in numerosi film britannici, tra cui “A Night to Remember” nel 1958. Ha attirato l'attenzione del pubblico americano con il suo piccolo ma fondamentale ruolo di uno dei prigionieri di guerra che pianificavano un'evasione di massa da un campo di prigionia tedesco nel classico della Seconda Guerra Mondiale del 1963 “La grande fuga”.
David McCallum, attore e musicista McCallum è stato anche guest star in numerosi programmi televisivi americani tra cui “The Outer Limits” e il dramma legale “Perry Mason”. Nel 1964, apparve nel pilot di una serie di spionaggio con l'attore americano Robert Vaughn, “The Man from U.N.C.L.E.” Lo show era stato inizialmente concepito come una vetrina per Vaughn nei panni dell'affascinante Napoleon Solo, ma McCallum che interpreta Illya Kuryakin e sfoggia un taglio di capelli alla Beatles ma biondi, pieno di mistero e sex appeal, gli rubò spesso la scena. Il ruolo è valso a McCallum due nomination agli Emmy e lo status di idolo della cultura pop. McCallum si riunì con Vaughn in un film per la TV del 1983, “Return of the Man from U.N.C.L.E”, e in un episodio del 1986 di “The A-Team”. Vaughn è morto nel 2016. David McCallum e Joanna Lumley, 1981 Negli anni successivi, McCallum rimase impegnato, soprattutto in TV, recitando nella serie britannica “Colditz” dal 1972 al 1974 e “Sapphire & Steel” dal 1979 al 1982. Apparve anche come ospite in numerose serie americane: “Hart to Hart”, “Matlock”, “Murder She Wrote”, “Law and Order” e “Sex and the City”. Torna celebre quando assume il ruolo del medico legale Donald “Ducky” Mallard nello show poliziesco militare della CBS “NCIS”. È stato uno dei programmi più popolari della televisione americana per oltre 19 anni. McCallum, che ha detto a New Zealand TV Guide che era il suo “miglior ruolo di sempre”, si è immerso nella parte studiando medicina legale, parlando ai congressi dei patologi e persino assistendo alle autopsie. “Ho avuto una vita incredibile”, ha detto McCallum al Mirror. “Posso sedermi qui per una settimana e parlarvi del passato e il 99,9% sarà positivo.”
Shelley Alexis Duvall
Shelley Alexis Duvall (Houston, 7 luglio 1949 – Blanco, 11 luglio 2024) è stata un'attrice e produttrice televisiva statunitense.
Biografia
Dopo alcuni brevi ma significativi ruoli in Nashville (1975) ed Io e Annie (1977), è co-protagonista nel discusso film Tre donne di Robert Altman (regista che l'ha scoperta e diretta in sette occasioni), per il quale ottiene il Prix d'Interprétation féminine al Festival di Cannes. Diviene poi nota al grande pubblico per l'interpretazione di Wendy, l'angosciata moglie di Jack Torrance in Shining (1980) di Stanley Kubrick, e per quella di Olivia Oyl, la fidanzata di Popeye, in Popeye, di Robert Altman. Dal 1988 al 1993 ha anche prodotto alcune serie televisive. Dopo un piccolo ruolo nel film indipendente del 2002 Manna from Heaven, Duvall si è presa una lunga pausa dalla recitazione e dalla vita pubblica. Nel 2016 annunciò di soffrire di problemi mentali, anche in conseguenza dell'esperienza traumatica vissuta sul set di Shining. Dopo vent'anni di assenza dalle scene, nell'ottobre 2022 fu annunciato che la Duvall sarebbe tornata a recitare in The Forest Hills, un film horror-thriller indipendente scritto e diretto da Scott Goldberg e interpretato da Edward Furlong, Chiko Mendez e Dee Wallace. L' attrice, che da tempo soffriva di una grave forma di diabete, muore nel sonno l'11 luglio 2024, nella sua casa di Blanco, in Texas, a 75 anni.
Cinema
- Anche gli uccelli uccidono (Brewster McCloud), regia di Robert Altman (1970)
- I compari (McCabe & Mrs. Miller), regia di Robert Altman (1971)
- Gang (Thieves Like Us), regia di Robert Altman (1974)
- Nashville, regia di Robert Altman (1975)
- Buffalo Bill e gli indiani (Buffalo Bill and the Indians, or Sitting Bull's History Lesson), regia di Robert Altman (1976)
- Io e Annie (Annie Hall), regia di Woody Allen (1977)
- Tre donne (3 Women), regia di Robert Altman (1977)
- Shining (The Shining), regia di Stanley Kubrick (1980)
- Popeye - Braccio di Ferro (Popeye), regia di Robert Altman (1980)
- I banditi del tempo (Time Bandits), regia di Terry Gilliam (1981)
- Frankenweenie, regia di Tim Burton (1984)
- Roxanne, regia di Fred Schepisi (1987)
- Cose dell'altro mondo (Suburban Commando), regia di Burt Kennedy (1991)
- Torbide ossessioni (Underneath), regia di Steven Soderbergh (1995)
- Ritratto di signora (The Portrait of a Lady), regia di Jane Campion (1996)
- Zona d'ombra: bambole e vudù (Shadow Zone: My Teacher Ate My Homework), regia di Stephen Williams (1997)
- Cambio vita (Changing Habits), regia di Lynn Roth (1997)
- Twilight of the Ice Nymphs, regia di Guy Maddin (1997)
- Come ho conquistato Marte (Rocket Man), regia di Stuart Gillard (1997)
- Talos - L'ombra del faraone (Tale of the Mummy), regia di Russell Mulcahy (1998)
- Fast Food (Home Fries), regia di Dean Parisot (1998)
- Il mistero del quarto piano (The 4th Floor), regia di Josh Klausner (1999)
- Big Monster on Campus, regia di Mitch Marcus (2000)
- Manna from Heaven, regia di Gabrielle Burton (2002)
- The Forest Hills, regia di Scott Goldberg (2023)