Lod(IH)ome Foundation

Dipartimento studi sul pensiero e la vita di TopoTopo

Le insegne di Roma

Questa storia è stata rivelata dal professor Lallino, prima di scomparire nel corso della sua ultima spedizione sul Pamir. Le ricerche del professore sono ancora in corso, tuttavia si dispera di trovarlo ancora in vita. TopoTopo da parte sua, non ha mai confermato tale racconto ma nemmeno lo ha mai smentito. Quando infatti si toccano alcuni tasti come "Gli dei di Roma" o il Re del mondo, TopoTopo si è sempre mantenuto sul vago, rifiutandosi di confermare puntualmente i racconti e limitandosi a non smentirli. Il centro studi LodiHome, dopo molte ricerche, è venuto in possesso del testo completo di questa complicata vicenda. Vi proponiamo di seguito la traduzione dal sanscrito del prezioso documento:

Prologo

TopoTopo era comodamente assiso sulla sua poltrona preferita, quando il telefono suonò in modo minaccioso. - TopoTopo ? Sono il professore Lallino. Devo parlarti subito. - Il professor Lallino era il più grande rivale di TopoTopo nel difficile campo delle scoperte archeologiche. Non si parlavano da anni, precisamente da quando TopoTopo gli aveva soffiato una bellissima statua raffigurante un satiro danzante. L'eroe di Milano Sud restò senza parole ma diede la sua disponibilità ad ascoltarlo. Il professor Lallino disse: - TopoTopo, ho fatto la più grande scoperta della mia vita. Così grande che non riesco nemmeno io a crederci. Vieni subito nel mio castello nella campagna romana; di più non posso dirti per telefono, qualcuno potrebbe sentire ciò che ho da dirti. Vai al bar vecchia Milano in corso Lodi e chiedi un bacio Perugina, al posto del bigliettino troverai una mini cartina che ti porterà dritto dritto al mio castello.- Senza attendere la replica di TopoTopo, il professore terminò la comunicazione, lasciando il nostro eroe in uno stato di stupore ed eccitazione.

La Rivelazione

TopoTopo fece i bagagli in quattro e quattr'otto. Uno zaino con le provviste (formaggio svizzero nutella e salame) il suo giacchino a quadretti e via alla stazione dei treni. Per un pelo riuscì a prendere il treno più veloce: il famoso "Pendolino". Il tempo di leggere il giornale e fare una lauta colazione nel vagone ristorante e già l'altoparlante annunciava l'arrivo alla stazione Termini di Roma. Qui seguendo le indicazioni della minicartina trovata nel cioccolatino, arrivò in breve tempo davanti al bellissimo ma tenebroso castello del professor Lallino. Il castello era circondato da una folta foresta ed emergeva dalle cime degli alberi grazie alle sue due torri laterali. Il castello era anche circondato da un fossato pieno d'acqua. Il ponte levatoio era alzato e non si vedeva traccia di un campanello per comunicare al professore che l'ospite da lui atteso era arrivato. Il nostro eroe non si perse d'animo. Cominciò a urlare con quanto fiato aveva in gola: - PROFESSOREEEE SONO ARRIVATOOOOO. SONO TOPOTOPOOOOOOOOO. - Immediatamente una finestrella su una delle due torri si aprì e ne spuntò fuori la testa pelata del professore. - Silenzio! Adesso faccio scendere il ponte ma non urlare altrimenti tutte le mie precauzioni per non farci scoprire andranno a farsi friggere. - Istantaneamente e a grande velocità, il ponte levatoio cominciò a scendere. Solo per un pelo TopoTopo riuscì a scansarlo senza diventare marmellata di Topo. Fu accolto da un maggiordomo molto anziano che lo fece accomodare nel salone delle armi: la più grande e sontuosa sala del maniero. Mentre un compito cameriere in guanti bianchi serviva all'eroe di Milano Sud un delizioso the con i pasticcini, ecco che il professore Lallino fece la sua apparizione. - TopoTopo che piacere rivederti! - disse il professore. -Bando alle chiacchiere - urlò il più famoso archeoRoditore del mondo, - Sono stufo di the, pasticcini e simili smancerie. Mi vuoi dire perché mi hai fatto correre così lontano da casa, seguendo una cartina complicatissima ? Senza contare, che per un pelo, non mi hai spiaccicato con il tuo maledetto ponte levatoio. Non puoi avere una porta normale come tutti ? Parla professore dei miei stivali! - - Non ti arrabbiare TopoTopo - replicò imperturbabile Lallino, -Ora ti racconterò tutto. Dimmi sai che cos'è l'oricalco ? - - Certo che lo so è una favola per i fessi - disse il nostro erudito topo. - Non sono d'accordo con te esimio collega.- replicò il professore - Lasciami fare un breve riassunto delle origini e delle proprietà dell'oricalco.- Così il professore iniziò un lungo ed interessantissimo racconto.

Un tempo nella perduta isola di Atlantide, abbondava un metallo chiamato Oricalco. Era lucente come il platino ma possedeva il dono della leggerezza. Infatti gli abitanti del continente perduto, costruivano con questo metallo delle navi a forma di disco che grazie alle proprietà dell'Oricalco, potevano librarsi in volo. Grazie a queste navi volanti, la potenza di Atlantide divenne formidabile e tutti i popoli del mondo si piegarono al suo volere Tuttavia gli sfortunati Atlantidi,erano soliti accumulare il mistico metallo nel cratere di un vulcano spento che si trovava sulla loro isola. Un giorno, l'ultimo per il continente perduto, il vulcano all'improvviso si risvegliò e quando la lava entrò in contatto con la grande massa di oricalco venne generata una delle esplosioni più grandi che si ricordi sulla faccia della terra. L'intero continente sprofondò nel mare trascinando con se città scintillanti e milioni di abitanti. In questo modo tutto l'oricalco del pianeta si inabissò nelle profondità marine e l'intera umanità si dimenticò di questo raro metallo. Tuttavia alcuni Atlantidi che al momento della catastrofe erano in viaggio con le loro macchine volanti, scamparono alla terribile catastrofe e fondarono una nuova civiltà sulle rive di un grande fiume. Anche questa nuova civiltà divenne splendida, anche se era solo un pallido fantasma degli splendori di Atlantide. Presto il suo nome divenne famoso in tutto il mondo: Egitto. Ora dobbiamo volare nel tempo fino ai giorni di Roma. Ottaviano Augusto conquista l'Egitto che diventa una delle tante province romane. I sacerdoti, nell'intento di ingraziarsi il nuovo imperatore, gli rivelano l'esistenza una statua fatta di un metallo misterioso dedicata al dio Ra. I sacerdoti chiesero a Ottaviano se volesse vedere tale strana statua. Ottenuto il suo interesse lo accompagnano nel tempio di Abu Simbel e aperta una camera segreta, gli mostrano uno spettacolo incredibile. Una gigantesca statua del dio Ra che galleggiava a mezz'aria nel centro di un salone immenso circondato da colossali colonne. La loro proposta era chiara: se l'imperatore avesse voluto, essi avrebbero provveduto a fondere la statua del dio e a riforgiarla con l'immagine del nuovo imperatore Romano. Ottaviano rifiutò. Chiese che al posto della sua statua venissero forgiate con quel prodigioso metallo le insegne del potere di Roma: un aquila, uno scettro, e le foglie di alloro che tradizionalmente cingevano la fronte degli imperatori.

La sapevo la storia - disse TopoTopo - e tu mi hai fatto venire fin qua per sentire queste favole ? Chiamami un taxi ritorno subito a casa. tze! - - Fermo TopoTopo! - disse il professore - ora ti mostrerò perché ti ho chiamato - e detto fatto il professore si spostò verso un tavolo alla loro destra. Su di esso giaceva un grosso pacco. Subito il professore iniziò a togliere la carta. All'improvviso un bagliore accecante fece chiudere gli occhi a tutti e le armature iniziarono a crepitare percorse da fiammelle azzurre. Quando il professore finì di togliere l'involucro, sul tavolo giacevano le insegne di Roma fatte di Oricalco TopoTopo sbigottito ma non così tanto da scordarsi di infilare i suoi occhiali da sole, rimase senza parole. Quando poi si riprese dalla sorpresa riuscì solo a urlare: - Ma allora esistono davvero. URCA URCA dobbiamo subito portarle ai musei Vaticani - .

La Minaccia

- TopoTopo smettila di ballare e ascoltami - implorò il professore, - ci sono dei problemi, altrimenti non ti avrei fatto venire fin qui se la questione fosse stata semplice. Come tu sai il mio maniero è circondato da fitti boschi molto selvaggi. Un tempo in questa zona sorgeva un grande tempio della dea Vesta e la rupe che puoi ancora vedere dalla finestra era nota per le frequenti apparizioni della dea chiamata anche la "Dama del Bosco". Le antiche leggende riferiscono che la dea appariva solo prima di fatti molto importanti e che ogni sua apparizione era preceduta dal dio Mercurio che per alcuni giorni si aggirava per il bosco con passo leggero al suono di zuffoli misteriosi. Infine l'apparizione della dea era preceduta da un unico fortissimo rintocco di campana che provenendo dal cielo si espandeva verso il basso immobilizzando il vento e zittendo tutti gli altri suoni - Hai finito di raccontarmi favole che conosco benissimo - replicò TopoTopo - Mi vuoi dire qual'è il problema ? -. -Te lo dico subito qual'è il problema - lo rimbeccò seccato il professore, - il problema è che da qualche giorno si odono strani suoni di zuffoli nel bosco e uno dei miei servitori mi ha raccontato di aver visto seduto immobile su una roccia un giovane bellissimo vestito con un'armatura completa di elmo con le alette. Sono terrorizzato le insegne di Roma hanno richiamato gli antichi dei sulla terra! Come faremo a trasportare le insegne al sicuro nei musei Vaticani, quando gli stessi dei le vogliono riportare nell'Olimpo ? Dimmelo tu TopoTopo perché io ho il cervello paralizzato dal terrore. - Il nostro eroe restò pensieroso e si mise a passeggiare su e giù per la stanza. Poi si mise a canticchiare muovendo ritmicamente anche le orecchie. Dato che l'eroe di Milano Sud era completamente immerso nei suoi piani diabolici, il professore decise di sdraiarsi su un divano e schiacciare un pisolino, nell'attesa che il cervello più dotato del mondo partorisse un'idea risolutiva. Quando il professore si svegliò vide davanti ai suoi occhi una scena incredibile: TopoTopo era sommerso da carte di cioccolatini e confezioni ormai vuote di formaggi assortiti. Lattine di birra giacevano ovunque e la stanza era quanto di più vicino ad un porcile. TopoTopo giaceva su un divano e russava rumorosamente con stampata sul muso un'espressione beata. Il professore lo svegliò subito: - TopoTopo svegliati, dimmi se hai trovato la soluzione al nostro problema !? - Pian piano il nostro eroe tornò alla vita cosciente e rispose con voce impastata: - Certo che ho trovato la soluzione. Quella lattina maledetta non si apriva perché bisognava tirare la linguetta verso l'alto e non verso il basso. Ma io l'ho fregata e me la sono bevuta tutta. - Il professore spazientito urlò: - Ma che lattina e lattina io sto parlando delle insegne di Roma, non di una volgare birra!!!! - - Volgare un corno - puntualizzò il topo alticcio - era una Weißbier beer una delle mie preferite -. Il professore rassegnato disse: - Va bene, va bene ma il nostro problema ? - -RISOLTO ANCHE QUELLO - declamò con aria trionfante TopoTopo.